martedì 30 luglio 2013

Il fattore ambientale

Per cominciare vi informo che Sephira è tornata sana e salva dal viaggio in autostop in giro per la Norvegia, ma non ha mai trovato una connessione internet per poter raccontare in diretta le sue avventure, lo farà sul blog delle Terroriste appena riesce quindi fateci un salto.
Ah, la Scandinavia! Mi fa sempre venire in mente il capitolo 6 del bel libro di Frank Moorhouse Delitti Satanici in cui si ripercorrono le vicende dei crimini legati ai Mayhem. Più o meno conoscevo la storia dalle riviste di musica che leggevo da ragazzina, ma non l'avevo mai sentita descrivere così bene e con tanti particolari illuminanti e inquietanti. 

L'ambiente forma le persone, anche se ovviamente non è l'unico fattore altrimenti i norvegesi si sarebbero estinti negli anni Novanta, ma è importantissimo. Pensate alle spedizioni nei deserti o ai poli: gran parte della preparazione è psicologica proprio per la difficoltà di adattarsi ad ambienti ostili mentalmente ancor più che fisicamente. È questo che intendeva Raymond Priestley quando ha pronunciato la famosa frase “Datemi Scott a capo di una spedizione scientifica, Amundsen per un raid rapido ed efficace, ma se siete nelle avversità e non intravedete via d'uscita inginocchiatevi e pregate Dio che vi mandi Shackleton!” (ndB: Scott, massimo rispetto; Amundsen, stronzo; Shackleton, eroe).
C'è chi, come me, è sicuramente nato nell'ambiente sbagliato. Io adoro l'Italia, ma non sono fatta per l'ufficio, per gli smartphone, per le borsette abbinate alle scarpe, per le code in tangenziale: io sono fatta per camminare scalza nel fango e inciampare rovinosamente perchè distratta dalla bellezza della natura intorno a me.
Il mio amico irlandese Paul (conosciuto appunto infangandomi nel nord di Sumatra nel 2010) sta girando il mondo con sua moglie e scrive sul suo bellissimo blog tutte le cose interessanti che impara mentre viaggia. Di recente ha scritto di Bali quello che io ho sempre sostenuto: per conoscere e apprezzare davvero quell'isola bisogna noleggiare un motorino e fuggire da Kuta. Allora sì che s'incontra il vero cuore di Bali, quello colorato di mille gradazioni di verde, quello di cerimonie magiche e panorami incantevoli, quello di vulcani incappucciati di nuvole e deliziose spiagge nascoste. L'ambiente è importante perché se ci si ferma a Kuta e ai suoi locali per turisti australiani, la ressa per le strade e i resort per famiglie, non si può dire di essere stati a Bali e non si è visto nulla di balinese. Sarebbe come se uno straniero venisse in Italia e si limitasse a... non mi viene in mente un posto di mare tanto brutto in Italia, fate conto che intenda una Sesto San Giovanni turistica con il mare marrone, ecco, niente arte, niente spiaggia, niente verde, nulla di ciò che fa bello il nostro Paese (e che comunque stiamo rovinando ogni giorno di più perché siamo la solita razza di disgraziati e alla fine non ci resterà niente di bello. Là, anche oggi ho detto la mia cattiveria sull'umanità.)
Un ragazzo dello studio di fiscalisti con cui collaboriamo al lavoro sta per partire per un mese di vacanza-studio alle Hawaii. Meraviglia! Probabilmente io non me lo potrò mai permettere, ma è un viaggio che mi piacerebbe tantissimo perché quelle isole sono un capolavoro geologico. Nascono da quello che si chiama punto caldo, cioè un pennacchio di magma che spruzza direttamente dal mantello creando vulcani sottomarini i quali, nel corso dei millenni, sono cresciuti fino ad emergere dall'oceano come isole. All'inizio i geologi non si spiegavano tanta attività così lontano dalle linee di faglia dove solitamente si concentrano i fenomeni sismici e vulcanici (tipo lungo la cintura di fuoco che circonda il Pacifico) ed è studiando le Hawaii che hanno scoperto l'esistenza dei punti caldi. In pratica c'è questo camino che erutta continuamente materiale dalle profondità del pianeta sempre nello stesso punto, ma, siccome le placche in cui è divisa la crosta terrestre si muovono, le isole che genera si spostano verso nord mentre il punto caldo ne erutta una nuova e col passare del tempo si è formato l'arcipelago delle Hawaii. Le isole più a nord, infatti, sono molto più verdi delle altre perché si sono allontanate dall'attività vulcanica e la vegetazione può crescere indisturbata, mentre a sud il Kilauea continua a versare lava nell'oceano e non lascia il tempo alle piante di germogliare. Ancora più a sud, sott'acqua, si sta già formando la prossima isola, è stato da tempo scoperto un nuovo vulcano sopra il punto caldo. Che spettacolo! 
Certo, questo ragazzo ci va per il surf e la vita da spiaggia, ma spero apprezzerà anche l'idea di trovarsi in luogo dove la natura crea isole dal fuoco e poi le sgretola in mare diverse miglia più a nord dove questa particolare roccia vulcanica ricca di ferro arrugginisce sotto la pioggia e poi frana tra le onde gigantesche di quelle parti.

Aaaaaaaaaaargh! Ho bisogno di partire di nuovo altrimenti diventerò una norvegese psicopatica!!

4 commenti:

  1. Quella delle vacanze studio alle Hawaii per un fiscalista mi mancava, ero rimasto ai congressi medici Hawaiani pagati dalle farmaceutiche ma per delle isole che basano la propria economia su canna da zucchero e turismo effettivamente un fiscalista mancava. By the way, Cos'hai contro la ridente sesto? L'unica città del comprensorio Milanese in grado di distruggere anche l'umore di un neo milionario, famosa per il turismo architettonico post industriale, i viali alberati, la popolazione accogliente...

    Sei proprio un'inquietante svedese!

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  2. Pardon, ti definisci psicoNorvegese, non che cambi molto in fondo.

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  3. Purtroppo pare che il fiscalista sia stato infine spedito a Manchester che praticamente è la Sesto San Giovanni inglese. Al momento sono solo voci, appena avrò conferma racconterò la sfigata vicenda. Se avessero tirato un bidone del genere a me avrei dato l'indirizzo dell'agenzia ai Mayhem!!

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  4. Hahahaha, vero, postaccio Manchester City, poretto...

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