venerdì 14 novembre 2014

Io e i miei vulcani


Devastation Trail
Le notizie riguardo l'attuale eruzione del Kilauea, dal sito del Hawaiian Volcano Observatory mi ricordano che il nostro pianeta è vivo. Sotto una sottile crosta rocciosa ricoperta di oceani, si muovono forze mostruose e ribolle il cambiamento. Le placche tettoniche galleggiano, si scontrano, si innalzano e si inabissano lentamente e inesorabilmente trasformando l'aspetto del nostro mondo. È per questo che vediamo tanti crateri da impatto sulla Luna mentre facciamo fatica a trovarne sulla Terra nonostante sia stata soggetta agli stessi antichi bombardamenti spaziali. L'inarrestabile rimescolamento di materiale ha cancellato molte tracce del nostro più remoto passato e, un giorno, cancellerà anche i segni lasciati dall'uomo in un battito di ciglia geologico. Quello che io e il TdC abbiamo visto durante le nostre passeggiate, non esisteva quaranta anni fa e Pahoa, dove abbiamo parcheggiato per pranzare, oggi è sul percorso di un fiume di lava che ne modificherà irrimediabilmente l'aspetto. È incredibile poter osservare trasformazioni così radicali nell'arco di una sola vita.

L'ultimo giorno al Volcanoes National Park, abbiamo percorso il breve Devastation Trail che dalla strada porta alla sommità del cratere Kilauea Iki, sul versante opposto al sentiero che avevamo seguito durante la nostra prima visita. Come s'intuisce dal nome, questo breve tracciato conduce i visitatori attraverso il paesaggio lunare lasciato dall'eruzione dell'Iki. Uno strato di cenere ricopre ogni cosa uniformando il colore del panorama senza vita. Il silenzio è così pesante che non sentivamo nemmeno i nostri passi. Qui è dove le fontane di lava più alte mai eruttate alle Hawaii hanno bruciato e sepolto una foresta tropicale. Il terreno è instabile, spesso frana ancora per i tremori sismici della zona e diversi cartelli consigliano di non abbandonare il sentiero.



Al termine della passeggiata nella più totale desolazione, ci si affaccia sul cratere. Quel giorno c'erano nuvole basse che il vento trascinava verso il fondo e abbiamo guardato le poche persone che camminavano lì, dove eravamo stati pochi giorni prima. Un pannello informativo confronta il getto di lava lanciato in aria dal Kilauea Iki con alcuni grattacieli e ancora non rende l'idea.


Sembro pazza a molti di voi quando chiamo spettacolo un fenomeno così violento, ma la natura è la mia passione e quando manifesta la sua potenza è per me una grande emozione. Quando giravo per il parco, leggendo le sue storie straordinarie, il mio pensiero fisso era che se fossi nata qualche anno prima e avessi studiato geologia, forse mi sarei trovata lì più di una volta ad ammirare la dea Pele in azione, insieme a colleghi di tutto il mondo.
Mi sento comunque fortunata per aver fatto questo viaggio e aver camminato su fiumi e laghi di lava, per aver sentito il calore sotto il suolo, per aver osservato sbuffi di gas e vapore, per aver scalato un cratere e averci guardato dentro. Ora vi diletto con un breve video girato dal TdC proprio dentro il Kilauea Iki e vista la qualità anni 70, non mi pento di avergli scassato la macchina fotografica  e averne ordinata una nuova!




Alle Hawaii come a Stromboli e Vulcano, come sul Kelimutu e sull'Anak Krakatau mi sono sentita minuscola al cospetto di un pianeta meraviglioso plasmato dal fuoco, dalla roccia e dal mare. Voglio tornare a Big Island per riprendere la visita dove l'ho interrotta perché ha ancora tante vecchie e nuove storie da raccontarmi. Voglio continuare il mio viaggio nei luoghi dove la magia avviene ancora, dalla Rift Valley in Africa ai vulcani delle Ande, da Ercolano e Pompei all'Etna. Intanto riguardo le foto che ho scattato ai miei vulcani finora.







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